Emendamento per consentire le proroghe delle concessioni fino al 2020. Ora occorre una riforma organica per ridare certezza alle imprese.

Di recente su questo sito abbiamo dato notizia della Sentenza della Corte di Giustizia europea del 14 luglio ’16, secondo la quale la proroga automatica delle concessioni per l’esercizio delle attività turistico-ricreative nelle aree demaniali - in assenza di qualsiasi procedura di selezione dei potenziali candidati - è in contrasto con il diritto dell’Ue e, in particolare, con la direttiva Bolkestein. Quest’ultima, come è noto, stabilisce in estrema sintesi l'eliminazione degli ostacoli alla libertà di stabilimento e alla libera circolazione dei servizi. Ma soprattutto vuole evitare le discriminazioni basate sulla nazionalità per coloro che intendono stabilirsi in un altro paese europeo per l'erogazione di servizi. 

In sostanza i giudici europei affermano che la mancanza di una procedura di selezione di chi aspira a una concessione "costituisce una disparità di trattamento a danno delle imprese con sede negli altri Stati membri e potenzialmente interessate a tali concessioni, disparità di trattamento che è, in linea di principio, contraria alla libertà di stabilimento". La proroga automatica delle concessioni in assenza di una procedura di evidenza pubblica è perciò ritenuta in contrasto col diritto comunitario.

La sentenza della Corte europea ha causato non poche apprensioni tra gli operatori interessati, ma con lodevole tempestività, anche per evitare incertezze e vuoti normativi, la Commissione Bilancio della Camera, nella seduta del 18 luglio ’16, ha approvato un emendamento al disegno di legge “Enti Locali”, con il quale viene temporaneamente garantita la validità e l’efficacia delle concessioni demaniali marittime attualmente in essere e la proroga delle medesime.
L’emendamento afferma che “nelle more della revisione e del riordino della materia in conformità ai principi di derivazione comunitaria per garantire certezza alle situazioni giuridiche in atto ed assicurare l’interesse pubblico all’ordinata gestione del demanio senza soluzione di continuità, conservano validità i rapporti già instaurati e pendenti” in base alla precedente normativa.
Questo significa che, quando la disposizione sarà approvata da entrambi i rami del Parlamento (il che dovrà avvenire entro il 23 agosto prossimo) non dovrebbero esserci impedimenti alla proroga automatica al 31 dicembre 2020 della data di scadenza delle concessioni rilasciate.
Commentando il provvedimento, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha dichiarato che esso consentirà ai concessionari di affrontare la stagione in atto con un minimo di tranquillità, in attesa che venga definito il nuovo quadro normativo. “Chiediamo che il recepimento delle disposizioni comunitarie - sottolinea Bocca - tenga conto della peculiare condizione in cui versano gli alberghi. Se una struttura ricettiva balneare viene privata della possibilità di fornire ai clienti i servizi di spiaggia, l’intero modello di accoglienza viene messo in crisi con gravi ripercussioni per l’economia locale e perdita di posti di lavoro”.
A sua volta, il presidente del SIB-Confcommercio (Sindacato Italiano Balneari) Riccardo Borgo, ritiene che l’emendamento sia un passo importante per la categoria, in quando ridà un minimo di stabilità alle imprese e consente di affrontare la seconda parte dell’estate con il massimo impegno e maggiore ottimismo. “Come è noto il nostro obiettivo - sostiene Borgo - è quello di arrivare ad una riforma organica che, oltre a rilanciare gli investimenti, deve ridare un futuro certo alle imprese esistenti, anche in conformità a quanto espresso da tutte le forze politiche e dalle regioni”.
“Altrettanto importante – conclude Borgo – è il provvedimento che riguarda i canoni pertinenziali che lega la moratoria (in scadenza il 30 settembre prossimo), alla revisione organica del canone”.