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Incontro con il ministro degli Affari regionali organizzato a Cagliari da Confcommercio Sardegna. La nota di Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari.

"Concessioni balneari e periodo transitorio? In molti chiedono una proroga di trent'anni. Ma la Corte di Giustizia ha detto che è illegittima una proroga sino al 2020". Lo ha detto il ministro degli Affari regionali, Enrico Costa, nel corso di un incontro organizzato a Cagliari da Confcommercio Sardegna. "Il periodo transitorio - ha aggiunto - è un'altra questione, serve a mettere in piedi una nuova struttura organizzativa e amministrativa legata a una riforma organica". Il ddl delega, dunque, "va nella direzione degli spazi consentiti dalla Corte di giustizia Europea. Nelle linee guida non si mette una linea sopra la storia, la passione e le tradizioni di tante piccole imprese che hanno tenuto alto il turismo nel nostro Paese".

Quello delle concessioni è un problema particolarmente sentito nell'isola, dove il settore conta circa 900 concessioni balneari tra hotel e altre aziende che danno lavoro a 1.500 operatori fissi e 4.500 stagionali, garantendo un fatturato medio spiaggiaIIannuo di 150 mila euro (dato relativo all'impresa balneare e non agli alberghi con servizio a mare). "Il ddl del Governo è un punto di partenza del percorso di riforma. Infatti ora - ha sottolineato il presidente di Confcommercio Sardegna e del Sib Sardegna, Alberto Bertolotti - c'è un problema di tempi: Dio non voglia che la legislatura finisca prima di essere arrivati a compimento del processo di revisione del ddl e dell'intero percorso di riforma. E' qui allora che deve scattare, e in tutta Italia sta scattando, ilì piano B. Il mondo politico, ad ogni suo livello si mobiliti. E' qui che la palla passa alle responsabilità dei nostri amministratori e dei nostri legislatori regionali".

Dopo l'incontro di Cagliari, il presidente nazionale del Sib (Sindacato Italiano Balneari) Riccardo Borgo, ha inviato al Ministro Costa una nota in cui sono ribadite le principali istanze della Categoria. Ne riportiamo di seguito i principali contenuti.

"Faccio seguito all’incontro organizzato ieri a Cagliari da Confcommercio Sardegna e al quale assieme abbiamo partecipato - scrive Borgo. - Il riscontro mediatico che ne è scaturito, tralasciando l'ampiezza del dibattito, ha dato soprattutto risalto all'affermazione con la quale ha ribadito che ritiene inattuabile una ulteriore proroga di 30 anni , in quanto in contrasto con la sentenza della Corte di giustizia Ue emessa lo scorso 15 luglio che ha dichiarato illegittima la proroga al 2020.

Poiché il cd “periodo transitorio di almeno trent’anni” costituisce il nucleo fondamentale e irrinunciabile della nostra piattaforma rivendicativa,  mi sembra opportuno inviarle questo ulteriore contributo al fine di meglio chiarire quanto ieri, sia il presidente SIB Sardegna che il sottoscritto, abbiamo con forza ribadito nel corso del dibattito.

La sentenza della Corte di giustizia Ue è stata da lei citata come atto giuridico fondamentale che nessuno può ignorare proprio nell’interesse dei balneari che si attendono una norma solida non facilmente impugnabile e contestabile.

E’ vero che la Corte con questa sentenza ha dichiarato illegittima la proroga. Ma è altrettanto vero che questa dichiarazionesurf 2 di illegittimità non attiene alla “proroga in sé” e neppure alla sua dimensione quantitativa (di 5, 10 e 30 anni) ma esclusivamente alla sua modalità di assegnazione.

Con la sentenza, in definitiva, “bocciando” la proroga del 2012, la Corte Ue non ha negato la compatibilità con il diritto europeo di una norma nazionale istitutiva di una disciplina transitoria di durata variabile che tenga conto del legittimo affidamento ingenerato dalla normativa previdente oggi abrogata.

Come è noto la nostra Organizzazione, da sempre fautrice di una diversa durata delle concessioni in essere (come avvenuto del resto in Spagna), immediatamente ravvisò la estrema fragilità della proroga proposta ed approvata con la lege 22112 oggetto della pronuncia della Corte europea.

Ciò che adesso a noi balneari italiani interessa è che, finalmente, si risolva il problema di un modello normativo giuridicamente e irrimediabilmente superato (scadenza breve con diritto al rinnovo) sostituendolo con un nuovo modello adeguato all’evoluzione giurisprudenziale (scadenza lunga almeno trentennale da assegnare alle imprese attualmente in essere con le modalità, da ultimo, suggerite dalla stessa Corte).

Riteniamo che questo obiettivo lo si possa raggiungere ancora in questa legislatura ed è per questo che sollecitiamo il Parlamento a portare avanti la discussione sul ddl.

Abbiamo apprezzato la sua immediata condivisione della nostra richiesta, fatta in occasione della pronuncia della sentenza della Corte Ue, di una norma urgente volta ad assicurare la continuità d’impresa. Così come stiamo apprezzando la sua non formale apertura e disponibilità, che ci risulta condivisa dai relatori del ddl di delega, a contributi giuridicamente concreti per migliorare la proposta da Lei responsabilmente avanzata.

Ecco perché confidiamo nel Suo impegno e determinazione per risolvere finalmente il problema della balneazione attrezzata italiana."

 

 

 

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