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Agosto conferma il buon andamento del nord Sardegna, ma permangono difficoltà ad Alghero

Il turismo è uno di quegli ambiti dove chiunque, a ragione o a torto, si sente abilitato a elaborare formule più o meno strategiche e a emettere giudizi più o meno fondati. Tra coloro che trattano di turismo annoveriamo anche alcuni politici che, non di rado, se le cose vanno bene, tendono ad attribuirsene i meriti, mentre, se le cose vanno male, affermano l’opposto. Il tutto si riverbera negli organi di informazione. Ne consegue che, fra tante indicazioni spesso contradditorie e non dimostrabili, diventa problematico avere un quadro attendibile della situazione in tempi reali.
Anche per ovviare a tali inconvenienti, la Federalberghi provinciale di Sassari ha elaborato un metodo di rilevazione in tempo reale basato esclusivamente sui numeri delle presenze registrate e sull’indice di utilizzazione delle strutture. I numeri infatti, per quanto aridi e impersonali, sono concreti e non danno adito a dubbi.
Federalberghi-Confcommercio ha chiuso in questi giorni la rilevazione relativa al mese di agosto 2016, che, come nei mesi precedenti, ha interessato un campione di 32 attività alberghiere per un totale di circa 4 mila posti letto (circa 30% del totale della ricettività del settore nell’area interessata). Si tratta quindi di un campione di rilevazione molto consistente e più che attendibile, tanto più che le strutture ricettive coinvolte sono proporzionalmente distribuite nelle principali località turistiche del nord ovest della Sardegna, ossia nel tratto costiero che va da Alghero a Valledoria.
I risultati della rilevazione
Ebbene, i numeri ci dicono che nel territorio preso in esame, ad agosto, l’indice di riempimento delle strutture, ha avuto in media un calo dello 0,80% rispetto allo stesso mese del 2015. Un dato quindi leggermente negativo. Ma se andiamo a bagnate 11distinguere le strutture che insistono sul territorio di Alghero da quelle ubicate nelle altre località il quadro cambia significativamente. Vediamo infatti che Alghero accusa un calo piuttosto netto, pari al 3,2%, mentre negli altri centri si registra un incremento dell’1,24%.
L’affluenza turistica nella Riviera del Corallo ha riportato quindi una battuta d’arresto non solo rispetto al 2015 ma anche in confronto alle altre località del nord ovest. E appare nettamente in controtendenza anche se paragonata ai risultati di affluenza realizzati in Gallura e in tutta l’Isola, dove è indubbio un certo incremento.
Il traffico nei porti e negli aeroporti
Per quanto riguarda il nord Sardegna, i dati relativi al volume di traffico nei porti e negli aeroporti durante il periodo gennaio-agosto 2016 sono più che significativi: il porto di Porto Torres ha movimentato infatti 679.406 passeggeri, 146 mila in più dell’anno scorso (+ 27%); nei porti di Olbia e Golfo Aranci sono transitati in tutto ben 2 milioni e 731 mila passeggeri, con un aumento rispetto al 2015 di 456 mila unità (+20%). L’aeroporto di Olbia registra a sua volta, sempre nel periodo gennaio-agosto 1 milione 876 mila passeggeri, che rappresentano un incremento di oltre 219 mila unità (+13,2%) rispetto a gennaio-agosto 2015.
Sommano il tutto, nelle strutture considerate, da gennaio ad agosto, sono transitati quasi 5 milioni e 300 mila passeggeri, 821 mila in più (+18,5%) dello stesso periodo del 2015.
Da questo primo calcolo abbiamo volutamente lasciato fuori l’aeroporto di Alghero che, invece, accusa un calo vertiginoso e preoccupante: da 1.189.909 mila passeggeri dei primi otto mesi del 2015 scende infatti agli attuali 959.758, perdendo 230.151 unità, che in percentuale rappresentano un crollo che rasenta il 20%.
L’analisi del presidente provinciale di Federalberghi Visconti
Questo ci fa capire il motivo per cui i flussi turistici nel complesso del nord Sardegna aumentano, mentre ad Alghero calano. Analizzando la situazione, il presidente provinciale di Federalberghi-Confcommercio Stefano Visconti non può che riaffermare le difficoltà determinate dalla situazione di crisi in cui versa l’aeroporto, dopo che Ryanair ha cancellato 14 rotte estive dallo scalo cittadino.
Insomma, data la situazione è già un risultato se la ricettività algherese ha limitato le perdite. Federalberghi-Confcommercio si è del resto prodigata per cercare di ovviare al crollo della domanda derivante dal disimpegno di Ryanair, ricorrendo ai voli charter e alle tratte supplementari attivate anche grazie al Fondo istituito per il sostegno ai collegamenti aerei.
Più in dettaglio, Visconti evidenzia che le strutture alberghiere che hanno fatto affidamento in prevalenza sulle quote dimodel spiaggia mercato libero o mediato da O.T.A. (on line tour operator) hanno realizzato un indice di occupazione inferiore rispetto alle attese e all’andamento negli anni precedenti. Viceversa, grazie alla collaborazione con tour operator tradizionali e agenzie di viaggio, le strutture ricettive che si sono avvalse di questi canali commerciali sono riuscite a scongiurare una diminuzione troppo drastica dell’indice di occupazione. “Appare quindi sempre più chiaro - sostiene Visconti - il fatto che la riduzione dei passeggeri trasportati sullo scalo algherese, essendo l’aereo il mezzo di trasporto selezionato per gli “short break” ossia per le vacanze brevi, che poi sono quelle che aiutano a riempire i buchi occupazionali, porti inevitabilmente a determinare un calo di affluenza nella Riviera del Corallo”.
Da notare che, se gli alberghi accusano una flessione, molto più grave, anche se difficilmente quantificabile, è il tracollo economico subito dalle strutture ricettive extralberghiere (soprattutto b&b e case-vacanza), che intercettano buona parte degli “short break”. Il tutto si traduce all’atto pratico in un calo di affluenza anche più vistoso di quello accusato dagli alberghi, con evidenti ripercussioni negative a cascata sulle attività della ristorazione, dei pubblici esercizi, del commercio e dei servizi.
Meno flussi meno introiti
Qualcuno, quando si accenna alla situazione di Alghero, tende a minimizzare, volendo quasi dare a intendere che si tratta di un caso sporadico e quasi fisiologico nel quadro di un incremento complessivo delle presenze turistiche in Sardegna. Ma il danno subito da Alghero e comunque da tutto il nord ovest a causa della falcidia dei collegamenti aerei è ben più consistente di quanto palesa quel meno 3,2% rilevato nelle strutture alberghiere. Se è vero infatti che in tutta la Sardegna, a fine stagione, si parla di un incremento dei flussi turistici sbandierato attorno al 10%, è evidente che la ricettività Algherese deve sommare alle perdite subite anche il mancato incremento che avrebbe realizzato al pari delle altre località se non fosse stata gravemente penalizzata dal crollo del traffico aereo.
Secondo un nostro calcolo, empirico ma realistico, che tiene conto del calo di presenze oltre che del mancato incremento delle stesse, il danno, o se si vuole, il mancato introito per il sistema turistico e per l’economia del territorio di Alghero, dovrebbe aggirarsi quest’anno attorno ai 40 milioni di euro, che vengono a mancare agli investimenti e al quadro occupazionale di una città già duramente provata dalla crisi.

 

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