insenature sul mare

La risorsa Parco non può rimanere a sé stante. Puntare alla valorizzazione e a una più proficua integrazione con le attività del territorio. Il punto di vista del presidente del Consorzio Golfo dell’Asinara, Gianni Russo.

Il nocciolo del problema, a ben vedere, sta tutto nei dati sulle presenze turistiche, vale a dire sui pernottamenti registrati annualmente dalle strutture ricettive ubicate nell’ambito dei Parchi nazionali a forte connotazione marina: Parco dell’Arcipelago Toscano, due milioni e ottocentomila presenze; Gargano (Puglia): due milioni di presenze; Parco delle Cinque Terre (Liguria): 250 mila presenze (ma vi si rilevano due milioni e mezzo di visitatori l’anno, tanto che l’Ente Parco vuole ormai contingentare l'ingresso sui sentieri per orari e percorsi).

Nel suo piccolo, anche il Parco dell’Arcipelago della Maddalena ha numeri da esibire, dato che conta in media circa 180 mila pernottamenti all’anno più un afflusso imprecisato ma sicuramente notevole di visitatori giornalieri. Consideriamo che solo il porto di La Maddalena movimenta oltre 2 milioni di passeggeri. E’ vero che da questi bisogna detrarre i residenti, ma c’è da sommare il notevole flusso di visitatori indotti dalla nautica da diporto.

asinara 4Potenzialità inespresse

E il Parco dell’Asinara? Il confronto dei dati di cui disponiamo con quelli relativi agli altri Parchi è a dir poco impietoso: si tratta di appena novantamila visitatori all’anno, mentre di presenze turistiche vere e proprie, ossia di pernottamenti, non è ovviamente il caso di parlarne. E se andassimo a chiedere agli albergatori dell’area del Golfo quante presenze aggiuntive hanno acquisito negli anni in virtù della vicinanza del Parco, le risposte sarebbero a dir poco sconfortanti.

Ora, pensiamo alle ricadute in termini economici e occupazionali che si avrebbero su tutto il territorio se il Parco dell’Asinara fosse in grado di sviluppare un’attrazione più consistente, almeno solo in parte paragonabile a quella degli altri Parchi a connotazione marina. Invece, lo sviluppo economico che ci si attendeva stenta a decollare, mentre l’Asinara appare sempre più relegata nel ruolo suggestivo ma del tutto sterile di bella addormentata.
Una situazione del genere non può andare avanti all’infinito, è ormai evidente a tutti, anche agli ambientalisti più sfegatati. Essendo ormai dimostrato che le campane di vetro, oltre ad essere infruttifere, lungi dal preservare l’ambiente naturale, ne accelerano il deterioramento.
Che fare allora? Il presidente del Consorzio Golfo dell’Asinara Gianni Russo ritiene che per prima cosa occorra acquisire consapevolezza del problema per cercare di uscire dalla rassegnazione e dall’immobilismo: “Non serve a niente metterci in testa che le cose stanno così e non c’è possibilità di cambiarle. C’è bisogno di avviare un confronto ai vari livelli mettendo da parte pregiudizi e reticenze con un unico obiettivo: fare del Parco dell’Asinara una risorsa qualificante per tutto il territorio e realmente produttiva”.

Un piano per integrare il Parco con le attività del territorio

Russo sostiene che il Parco dell’Asinara debba funzionare logicamente su due versanti: quello della protezione-fruibilità della natura e quello della promozione dello sviluppo socio-economico delle comunità che gravitano attorno a questadonna mare importante risorsa. La vera sfida consiste perciò nel rendere non solo compatibili, ma addirittura sinergici tra loro i due obiettivi.
Va da sé che gli imprenditori interessati debbono far fronte comune, prendere l’iniziativa e avviare il dialogo anche con il supporto delle proprie rappresentanze con gli interlocutori istituzionali, ossia l’Ente Parco, la Regione e i Comuni. Coniugare la conservazione della natura e la crescita di un’economia che pone l’ambiente come cardine del suo sviluppo rappresenta infatti un passo oggi quanto mai necessario.
Russo ritiene che, in termini di marketing, il nucleo centrale del servizio offerto da un Parco sia rappresentato dal patrimonio naturale, ma attorno ad esso si integrano altri livelli, non meno importanti per far sì che l’offerta complessiva proposta dall’area abbia dei caratteri distintivi. “E l’Asinara può diventare un marchio vincente per tutto il territorio. Trattandosi però di un sistema articolato costituito dalla sommatoria di diversi servizi erogati da entità e aziende diverse che insistono nello stesso ambito, secondo Russo “occorre attivare un piano di marketing unitario, al quale tutti i soggetti devono fare riferimento. L’obiettivo sarebbe quello di creare un vero e proprio distretto del quale fanno parte tutte le aziende, istituzioni, organizzazioni e infrastrutture interessate a generare un mercato profittevole nell’area del Parco. Infatti, se il sistema non è completo e i vari attori non sono tra di loro sinergici il volano economico non si attiva”.
Russo ritiene che si debba cominciare con l’analisi dei punti di forza e di debolezza per delineare una mappa delle potenzialità in termini di fruibilità della risorsa e di attrattività turistica. A ciò dovrebbe far seguito l’elaborazione e condivisione delle azioni e degli obiettivi da perseguire di tipo qualitativo e quantitativo. Ad esempio, la riabilitazione-riattivazione del patrimonio edilizio esistente, l’infrastrutturazione, l’aumento degli arrivi e della permanenza dei visitatori nell’arco dell’anno, l’attuazione di efficaci e mirate politiche di prodotto/mercato al fine di intercettare nuove nicchie di domanda.
“A livello imprenditoriale, nell’ambito del nostro Consorzio e della Confcommercio, abbiamo già iniziato a riflettere su queste tematiche - afferma Russo - e a breve intendiamo attivare il confronto con gli organismi interessati per stabilire le opportune intese. E’ fondamentale però che ci si muova non con l’ottica della lagnanza ma con l’ottica del progetto in cui tutti gli attori siano chiamati a svolgere coerentemente la loro parte”.

 

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