Stintino veduta

Imprese libere di impostare le strategie commerciali

Una lunga e difficile vertenza portata avanti da Federalberghi-Confcommercio sta per concludersi positivamente.

La X Commissione del Senato si appresta infatti a votare l'articolo 50 del disegno di legge sulla concorrenza. È una norma che pone finalmente un freno alle clausole contrattuali imposte dai grandi portali di prenotazione alberghiera per impedire agli hotel di divulgare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sugli stessi portali (si tratta delle cosiddette clausole di parity rate o best price).
Come propugnato da Federalberghi, una volta che la legge proibirà tali clausole, ne deriverà una maggiore tutela nei confronti dei consumatori (ai quali viene offerta la possibilità di accedere a tariffe più basse), delle imprese (messe in condizione di sviluppare liberamente le proprie politiche commerciali) e dell'erario (che viene a beneficiare di un maggior gettito, altrimenti destinato ad altri stati o paradisi fiscali).
Inoltre, l'articolo 50 restituisce competitività al sistema turistico italiano, allineandolo a quanto è stato già fatto in altri paesi: in Francia, la legge Macron, in vigore dal 7 agosto 2015, ha sancito la nullità delle clausole di best price, affermando la piena libertà degli alberghi di riconoscere ai clienti sconti e altri vantaggi tariffari; In Germania, l'Autorità Antritrust (Bundeskartellamt), con decisione del 23 dicembre 2015, ha proibito a Booking.com di utilizzare le clausole di parity rate, ordinandone la cancellazione da tutti i contratti.
Un'analoga decisione, adottata dall'Autorità tedesca nel dicembre 2013 in relazione al portale HRS, è stata confermata dal Tribunale amministrativo di Dusseldorf nel gennaio 2015. Il Bundeskartellamt ha attivato anche un procedimento nei confronti di Expedia, relativo al medesimo argomento.
receptionist2Quindi, se l'articolo in esame non venisse approvato, si determinerebbe uno squilibrio competitivo tra sistemi, a tutto vantaggio di due Paesi (la Francia e la Germania) che sono tra i principali concorrenti turistici dell'Italia.
Purtroppo, dopo un lavoro di squadra che alla Camera si è concluso con un voto bipartisan ed un'approvazione della norma a grandissima maggioranza (434 a favore, solo 4 contrari), la discussione in Senato rischia di essere inquinata da una manina astuta.
Mentre i concorrenti francesi e tedeschi già da mesi possono fruire di questa opportunità, le multinazionali dell'intermediazione si stanno dando da fare per zavorrare le imprese italiane.
Sull’argomento è intervenuto il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca. In un'intervista rilasciata martedì 15 marzo al quotidiano La Nuova Sardegna, Manca ha ribadito l’impegno della categoria degli albergatori sardi volto a combattere le clausole contrattuali imposte dai colossi del web che vietano agli hotel di pubblicizzare sul proprio sito tariffe inferiore a quelle pubblicate sui grandi portali di prenotazioni.
“Qualora l’approvazione della norma si incagliasse o non dovesse passare - ha dichiarato Manca - soprattutto le piccole strutture alberghiere si verrebbero a trovare in una condizione di sudditanza verso le multinazionali e ne diverrebbero ostaggi. E’ bene però chiarire che la nuova disposizione ha anche una funzione di tutela nei confronti degli stessi consumatori, ai quali verrebbe offerta la possibilità di avvalersi di tariffe più convenienti. E alle imprese non verrebbe più impedito di sviluppare liberamente le proprie strategie commerciali”.
Il presidente regionale di Federalberghi ha inoltre lanciato un appello ai senatori sardi affinché si adoperino per evitare che l’iter di approvazione della legge subisca intoppi o ritardi artificiosi: “Qualcuno addirittura vuol farci credere che i padroni della rete, le multinazionali dell’intermediazione, si stiano prodigando per tutelare gli interessi dei pesci piccoli. Confidiamo che i nostri senatori non si facciano abbindolare dalle lobbies dell'antiturismo e confermino, senza nessuna modifica, il testo approvato dalla Camera”.

 

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