Assemblea Confcommercio 2017 4

Nella relazione di Carlo Sangalli indicazioni su nodi strutturali, riforme, sviluppo, fisco, credito, turismo e Meridione

Si è svolta a Roma l’Assemblea 2017 della nostra Confederazione cui ha partecipato una folta delegazione di Confcommercio nord Sardegna: il presidente ad interim Antonio Sole e i dirigenti Maurizio Zolesi, Sebastiano Casu, Paolo Murenu, Michele Carta, Paolo Manca, Danilo Boe, Giovanni Antonio Petretto, Edoardo Farina, Ornella Caredda, Anna Rosa Saba e Sergio Ticca.

Sangalli: “superare i difetti strutturali che frenano lo sviluppo”
Il presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha iniziato la sua relazione con un opportuno richiamo ad allargare lo sguardo oltre i confini nazionali, per poi subito affrontare le tante questioni dell'economia nazionale all'ordine del giorno. BUROCRAZIASottolineando prima di tutto gli "apprezzabili indizi di vitalità" degli ultimi tempi, che però "vanno sostenuti con l'unica strada percorribile: accelerare sulle riforme". "E' presto per parlare di svolta", ha specificato Sangalli, ma comunque "va riconosciuto pienamente il ruolo dei servizi di mercato, cioè dei nostri settori, nell'accelerazione del Pil nella prima parte del 2017". Restano "i gravi difetti strutturali che frenano il nostro sistema produttivo" senza i quali "potremmo sperare in un traguardo al 2% del Pil per il 2017". Si chiamano "eccesso di burocrazia, deficit di legalità, fragilità del sistema infrastrutturale e dell'accessibilità, ingiusto fardello tributario e insostenibile costo del lavoro che gravano su famiglie e imprese", ovvero "le principali questioni che frenano da oltre venti anni la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese". Come se ne esce? Per il presidente di Confcommercio è essenziale "partire dal basso, assicurare l'effettiva partecipazione delle forze sociali alle scelte politiche".
Investire nell’innovazione e semplificare il sistema burocratico. Il grave errore dell’abolizione dei voucher.
Circa l’azione di governo, Sangalli sottolinea che Confcommercio ha apprezzato "le nuove misure a sostegno dell'alternanza scuola lavoro e delle assunzioni al Sud", mentre al contrario "assiste con preoccupazione al taglio delle agevolazioni per le piccole imprese dell'apprendistato professionalizzante" perché "modificare continuamente il quadro delle regole non agevola gli investimenti produttivi. Le norme, anche quelle sul lavoro, non sono come gli abiti, non possono cambiare ad ogni stagione". Come è stato nel caso della "paradossale vicenda dei voucher, dove invece che intervenire sugli abusi, sono stati cancellati con un colpo di spugna". Serve "semplificazione, a partire dal buon funzionamento di quel sistema burocratico, che troppo spesso rappresenta solo un costo", e basterebbe investire "in una credibile digitalizzazione che semplifichi la vita a cittadini e imprese, accrescendo al tempo stesso la competitività". Insomma, serve innovazione, soprattutto nel terziario. Anzi, "investire in innovazione nel terziario significa aiutare anche l'export dell'intero Paese".
“No all’aumento dell’Iva. Sistema fiscale oneroso, complesso, ingiusto”.
Tanto più che così come "la dimensione delle imprese deve essere al plurale", allo stesso tempo "al plurale deve esserefisco l'attenzione ai settori economici". D'altronde, ha aggiunto Sangalli, "noi siamo convinti che come Associazione d'impresa più grande d'Europa non possiamo farci carico solo dei nostri interessi. Sarebbe legittimo ma miope. E a noi non basta perché non serve al Paese. Le nostre sono battaglie generali, per tutti". Come nel caso dell'Iva: "abbiamo apprezzato – ha detto Sangalli - la recente lettera del ministro Padoan che, chiedendo maggiore flessibilità sui conti pubblici, va certo nella direzione giusta. Ma non ci rassicura. L'aumento dell'Iva non è barattabile. Perché aumentare l'Iva significherebbe far crescere il già insostenibile peso fiscale su famiglie e imprese, penalizzare i redditi più bassi e, quindi, rinunciare ad ogni credibile prospettiva di sviluppo". Certo, "l'Iva è solo la punta dell'iceberg: sotto c'è tutta la questione fiscale che va affrontata e risolta" perché "il nostro sistema fiscale è troppo oneroso, complesso, ingiusto", mentre ne servirebbe uno "semplice, equo, capace di assicurare stabilità e certezza, che si giustifichi nei costi per le imprese e che sia comprensibile dagli imprenditori". Per il presidente di Confcommercio "il rapporto tra fisco ed imprese va ricostruito su basi diverse, a partire da una ragionevole e generalizzata riduzione delle aliquote Irpef".
Credito: rafforzare e sostenere il ruolo dei confidi.
Bisogna collaborare piuttosto che reprimere: non a caso Confcommercio "apprezza la riforma degli studi di settore, che semplifica la vita delle imprese". Altro tema di competitività è quello del credito: "dal 2011 ad oggi lo stock dei finanziamenti per le aziende si è ridotto di circa 120 miliardi di euro". In questa situazione "s'inserisce il ruolo delle associazioni e dei Confidi. Siamo convinti che nella fase di ripensamento del Fondo di Garanzia nazionale si possa tornare alle origini: dare garanzia a chi dà garanzia", ha detto Sangalli.
Turismo: credito di imposta per chi investe, deducibilità dell’Imu sigli immobili strumentali, favorire la competitività della nostra offerta.
Capitolo seguente quello del turismo, lo sviluppo della cui filiera "potrebbe dare un'iniezione di fiducia all'intero Paese". Occorre dunque "rafforzare i nostri consolidati asset turistici, ma anche quelle mete troppo spesso nascoste, dell'Italia dei borghi e dei territori" e nel contempo "ampliare la platea e le risorse per il credito d'imposta per chi investe, ammoderna e model spiaggiasviluppa le attività". Così come è più rimandabile "l'intera deducibilità dell'Imu sugli immobili strumentali e del costo degli stagionali dall'Irap". Nel turismo, secondo il presidente di Confcommercio "ci sono temi vecchi da sciogliere, ma anche rivoluzioni nuove da affrontare" ma bisogna farlo seguendo il motto "stesso mestiere, stesse regole". "Non è possibile – ha detto Sangalli - che non venga riconosciuto quel lavoro continuo, appassionato e innovativo che ha costruito mete turistiche valorizzando quel demanio, altrimenti male utilizzato, per non dire abbandonato". E ancora, "è troppo facile sostenere – ad esempio - che i prezzi della nostra economia turistica sono alti, se poi un albergo italiano paga il 60% in più di energia rispetto ad uno francese".
Meridione: più investimenti su trasporti e logistica.
E parlando di turismo viene facilmente in mente il Sud. Ebbene, ha sottolineato il presidente confederale, "la questione meridionale è una questione nazionale. Su tutto il Paese pesano i deficit strutturali, ma sul Meridione pesano molto di più. E' un tema centrale per il Paese, che richiede investimenti di prospettiva temporale in una prospettiva globale". A partire dai trasporti e dalla logistica, a proposito dei quali "è centrale la conferma della scelta intermodale: mettere insieme cioè strada, ferro, acqua ed aria, con l'ausilio delle nuove tecnologie, per garantire la migliore mobilità possibile alle merci e alle persone. Far correre le merci e le persone significa far correre il Paese". "Confcommercio - ha concluso Sangalli - è una forza popolare. E lo sarà anche domani senza lasciare indietro nessuno. Questa è la nostra storia, questa la nostra presenza, questo il nostro futuro. Il futuro di tutti".

 

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