HOTEL

E’ la clausola che impedisce agli alberghi di divulgare prezzi inferiori a quelli pubblicati nei grandi portali di prenotazione

Il Senato ha finalmente approvato il disegno di legge per la concorrenza e il mercato, che - all'articolo 61 - sancisce l'abrogazione dell'obbligo di parity rate. Si tratta di una disposizione che accoglie le rivendicazioni portate avanti con insistenza da Federalberghi-Confcommercio. La norma in questione asserisce in sostanza che gli albergatori e gli altri operatori della ricettività possono determinare liberamente i prezzi e pubblicizzarli senza dover sottostare alle cosiddette clausole di parity rate imposte dai grandi portali di prenotazione. Questi ultimi, avvalendosi appunto di tali calusole, impediscono agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali stessi.
hotel 3Secondo Federalberghi dalla norma in fase di approvazione trarranno giovamento i consumatori (che potranno beneficiare di prezzi migliori), le imprese (che potranno aumentare le vendite dirette) e l'erario (recuperando imposte che oggi vengono dirottate all'estero).
Per meglio chiarire il problema: attualmente per ogni camera d’albergo venduta su un portale, poniamo, a 100 euro il cliente paga 100 e l’albergo ne riceve 80 (dovendone pagare 20 di provvigioni). Se l’hotel potesse mettere in vendita la stessa camera sul proprio sito a 90 euro, il cliente pagherebbe 90 e l’albergo ne incasserebbe 90: entrambi guadagnerebbero 10 euro. Oggi questi sconti sono vietati, a tutto vantaggio dei grandi portali che assorbono ingenti risorse su cui, peraltro, non pagano le tasse in Italia, nemmeno nel caso di un cliente italiano che prenota in un albergo del nostro Paese.
"Due anni fa – si legge in una nota della Federalberghi nazionale - grazie a una nostra documentata segnalazione all'Autorità Antitrust, si mossero i primi passi. Ma, mentre l'Italia procede al piccolo trotto, i competitor galoppano. Nel 2015, le clausole di parity erano vietate solo in Germania. Poi si sono aggiunte la Francia, l'Austria e la Turchia. Anche la Svizzera è a buon punto". "Confidiamo – conclude la nota - che la Camera dei Deputati provveda ora in tempi brevi all'approvazione definitiva della legge, ribadendo il voto favorevole espresso il 7 ottobre 2015. Si tratta di un passaggio necessario per colmare il divario che ci separa da alcuni dei nostri principali concorrenti europei".
Da notare che il fatturato consolidato del gruppo Priceline (che gestisce i principali sistemi di prenotazione) è superiore a 39 miliardi di euro all’anno, mentre le 33mila aziende alberghiere italiane fatturano nel complesso circa 19 miliardi di euro. In altri termini, Booking. com è 68mila volte più ‘forte’ dell’albergo con il quale si confronta, che quindi, privo di unahotel 2 normativa di tutela, non dispone di nessun potere negoziale.
Quando la legge entrerà in vigore, dopo la definitiva approvazione in Senato tutti gli attori saranno spronati a nuovi investimenti e ad una gestione più efficiente: gli alberghi che vorranno potenziare le vendite dirette, infatti, dovranno aumentare gli investimenti in tecnologia e nella formazione degli addetti. A loro volta, i portali, non potendo più contare sulla rendita di posizione offerta dalle clausole di parity rate, dovranno investire sulla qualità del servizio e sulla riduzione delle commissioni.
A ogni buon fine, ricordiamo che in attesa dell’entrata in vigore della nuova legge, i consumatori possono già oggi contattare direttamente l’albergo, o telefonicamente o mediante posta elettronica, per verificare la disponibilità di prezzi o condizioni migliorative rispetto a quelli pubblicati on-line.

 

 

 LINK LOGO UNIFIDI
 LINK LOGO PERFORMA
 LINK LOGO TERSERVIZI
 LINK LOGO EBTER
LINK LOGO 50PIU

Trasparenza e Progetti in Evidenza

 

 FOTO PULSANTE PUBBLICITA TRASPARENZA 120X100
IMMAGINE PULSANTE e Sardinia
IMMAGINE PULSANTE INTESA
IMMAGINE PULSANTE IMPRINTING
pulsanti Progetti
pulsanti Interreg

 

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Go to top