VOUCHER

Giudicato negativamente il decreto del Governo. “Si privano le imprese di uno strumento flessibile e si apre la strada al lavoro nero”

Come è noto, di recente, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che abroga le norme sui voucher. 'Lo abbiamo fatto - ha spiegato Gentiloni - nella consapevolezza che l'Italia non aveva bisogno di una campagna elettorale su temi come questi”. Per il premier, "lo strumento dei voucher si era deteriorato”. Da parte sua, il ministro del Lavoro Poletti ha affermato “che il modo più efficace per intervenire era l'abrogazione della norma per poi attivare un confronto sul tema del lavoro occasionale e discontinuo".
La scelta goverativa è stata tuttavia giudicata molto negativamente dalla Confcommercio. “Un comportamento assolutamente censurabile quello del Governo, che acconsentendo a eliminare i voucher ha preso una decisione grave dalle ragioni rivolta cs cernobbio 2013prettamente ideologiche, per nulla oggettive”. Secondo Francesco Rivolta, direttore generale di Confcommercio, l’approvazione del decreto che abroga le norme sui voucher è stata “una mossa strategica, giustificata dal Governo con l’argomento che ora l’Italia non ha bisogno di un referendum. Io invece - afferma Rivolta - sono convinto che sarebbe stato molto meglio chiamare il Paese a discutere e a pronunciarsi”.
“Ciò che è grave - sottolinea Rivolta - è che il Governo sia intervenuto in materia di lavoro senza sentire le parti sociali e imprenditoriali”. Sebbene i voucher non fossero strumenti impeccabili, Rivolta sostiene che le aziende hanno bisogno di strumenti adeguati per operare in modo flessibile in un quadro di legalità, soprattutto per quanto riguarda il lavoro occasionale”.
L’argomento che i voucher sono stati a volte usati in maniera impropria non giustifica infatti la loro abolizione. “Se qualcuno abusa di uno strumento legislativo - continua Rivolta - bisogna prendere il colpevole e punirlo, oppure adottare accorgimenti correttivi pere evitare o limitare gli abusi. Ma in Italia, invece di colpire chi abusa, si colpisce lo strumento, il che è del tutto illogico. E’ come se per colpa dei pirati della strada che passano col rosso, si decidesse di togliere i semafori dalle strade. Se si privano le imprese di uno strumento che consente di operare nella legalità, si apre la strada al lavoro nero”.
Vero è che il Governo ha annunciato che attiverà un confronto per studiare soluzioni diverse. La Confcommercio rimane in attesa di ascoltare le proposte. Ma Rivolta ritiene che sarebbe stato più intelligente elaborare delle proposte alternative prima, e non dopo la soppressione degli strumenti esistenti. “Ma da questo punto di vista il nostro è un Paese schizofrenico”.
Qualcuno ritiene che tra le possibili alternative ai voucher può rientrare il lavoro a chiamata, ma per Rivolta non è adatto perché presuppone che si compiano tutte le procedure per un’assunzione a tempo determinato: il che equivale a cacciarsi in un vortice burocratico, magari solo per un lavoro di un solo giorno. Il voucher invece, secondo il direttore di Confcommercio, ha il vantaggio di essere estremamente flessibile, dato che consente di rispondere immediatamente allebar5 II richieste di prestazioni lavorative e fornisce una copertura previdenziale e fiscale.
Rivolta sottolinea inoltre che il lavoro in nero è uno dei problemi più grandi del mercato italiano. “Eliminare i voucher equivale quindi a cancellare uno strumento che è stato utile per tutti. Se è servito a ridurre le zone d’ombra del mercato del lavoro, invece di abrogarlo, non dovremmo riconoscerne l’efficacia e la validità?”.
"I voucher erano l'unico strumento legale, tracciabile, soggetto a copertura Inps e Inail, e idoneo a coprire prestazioni saltuarie e occasionali anche nelle imprese. E la scelta della loro cancellazione, che sembra legata più alla volontà di evitare il referendum che ad una valutazione di merito, crea un vuoto non tenendo conto che quelle prestazioni sono comunque presenti nelle imprese".

Una vicenda giunta, dunque, ad un epilogo ancor più paradossale se si considera che nei settori rappresentati da Confcommercio, in particolare nel turismo e nella ristorazione, dove peraltro l'occupazione stabile è cresciuta, i voucher erano uno strumento molto apprezzato soprattutto perché consentivano di operare legalmente e con semplicità. 
Anche gli esponenti di alcune importanti federazioni che fanno capo a Confcommercio hanno espresso un giudizio negativo sul provvedimento di abolizione dei voucher.
Federazione Moda Italia: "scelta miope e antieconomica sotto il profilo fiscale e dell'occupazione"
"Il provvedimento che porta alla cancellazione dei voucher è assolutamente sbagliato perché rischia di veder gettate al commessa 2vento le basi di un metodo costruito per tamponare temporaneamente le esigenze del dettaglio moda soprattutto durante picchi di lavoro come, ad esempio, sotto Natale, in occasione delle manifestazioni fieristiche e dei campionari, dei saldi o in caso di temporanea malattia dei dipendenti. Critichiamo fortemente la scelta dell'abrogazione dei voucher anche perché potrebbe addirittura portare all'incremento del lavoro nero. Inoltre, non riusciamo proprio a comprendere tanta ostilità verso uno strumento che rappresenta solamente meno dello 0,4% del monte ore lavorato complessivamente in Italia": questo il commento del presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi.
Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi): "Meglio il referendum che una riforma fatta per ragioni demagogiche"
"Ribadiamo la nostra totale contrarietà ad una riforma guidata non dal proposito di migliorare questo strumento quanto da principi puramente ideologici e demagogici - commenta Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe -. Dietro tali provvedimenti c'è molta strumentalizzazione alla luce di una campagna elettorale di fatto già iniziata, che non tiene conto degli effetti che questa decisione potrebbe avere sulle imprese e sul mercato del lavoro. Riteniamo pertanto che a questo punto affidarsi al referendum sia una scelta migliore rispetto ad una legge concepita frettolosamente e che non tiene conto delle esigenze delle imprese e dei cittadini". "Il voucher nel nostro settore - prosegue Stoppani - ha rappresentato un investimento sulla legalità e una soluzione alla richiesta di flessibilità per le attività occasionali difficilmente programmabili e di durata limitata, non per sfuggire alle regole, ma, al contrario, per rispettarle. Uno strumento che ha contribuito a contrastare il lavoro nero il quale di fatto, con la sua abolizione, tornerà prepotentemente in auge".
Federalberghi: "Sui voucher una proposta inutile, meglio affidarsi alla volontà popolare"
"Regolamentare il lavoro accessorio è utile e doveroso per prevenire gli abusi, ma la soluzione adottata dal Governo è ingiustamente punitiva e discriminatoria, rischia di consegnare all'economia sommersa la maggior parte delle prestazioni lavorative che oggi sono rese attraverso i buoni lavoro. Sembra quasi un regalo ai caporali. A questo punto c'è da chiedersi se non sia meglio mantenere la disciplina del lavoro accessorio come è attualmente, lasciando scegliere ai cittadini donne bar caffeattraverso il referendum se abolire lo strumento o proseguire un'esperienza che ha permesso a molti lavoratori di essere regolarmente retribuiti e assicurati contro gli infortuni".
Fida (Fedrazione Italiana Dettaglianti Alimentaristi): "soluzioni del governo catastrofiche, meglio andare al referendum"
“I dati Inps – spiega Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente Confcommercio- provano senza alcun dubbio che i voucher non sono utilizzati come sostitutivi di un contratto di lavoro. L’abolizione dei voucher non ci trova assolutamente d'accordo. Tant'è che avremmo preferito la consultazione referendaria: siamo certi che gli italiani partorirebbero una soluzione meno catastrofica di quella proposta". "Ricordiamo inoltre – aggiunge Beppe Molinari, delegato Fida per le politiche del lavoro - che oggi non ci sono alternative per il lavoro accessorio e cancellare la possibilità da parte delle aziende di utilizzare i voucher significa di fatto incentivare il lavoro nero".

 

 

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