TURISTI USA

La risoluzione del parlamento Ue mette a rischio 5 milioni di arrivi in ambito nazionale. Appello a Franceschini

Dato che gli Usa non garantiscono ancora l’accesso senza visto ai cittadini di cinque Paesi europei, il Parlamento dell'Ue ha votato il primo marzo scorso una risoluzione con la quale impone alla Commissione europea di fissare la reintroduzione, almeno per i cittadini Usa, dell'obbligo di visto per l'ingresso in Europa. Il Parlamento stigmatizza la violazione del principio di reciprocità, dato che i cittadini di Bulgaria, Croazia, Cipro, Polonia e Romania ancora non possono entrare negli Usa senza visto, mentre i cittadini statunitensi possono farlo in Europa. 

La risoluzione ha destato apprensione tra le categorie del turismo, essendo gli Usa uno dei principali riferimenti per la nostra offerta. Il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè, ha perciò inviato un appello al ministro Franceschini per un intervento urgente. Si tratta, dichiara Patanè, di "una questione di cruciale delicatezza per l'economia turistica nazionale che rischia di costarci il 10% di tutti gli arrivi internazionali".
patanèPer Patanè, l’obbligo del visto per i cittadini Usa "è una follia, che l'Italia pagherebbe più cara di tutti i competitor europei sullo scenario turistico, qualunque siano i motivi politici o regolamentari che spingono l'Europarlamento ad andare in questa direzione". L'Italia è, infatti, diventata la prima destinazione fra i turisti extra-europei che visitano i Paesi dell'area Schengen (cinesi, giapponesi, australiani, americani, canadesi e brasiliani). Dati Istat alla mano, nel 2015 solo da Stati Uniti e Canada sono giunti in Italia più di 5 milioni di turisti che hanno trascorso nelle strutture ricettive del nostro Paese quasi 14 milioni di notti, oltre il 30% di tutti gli arrivi e presenze di origine intercontinentale. "Proprio per questo motivo – sottolinea Patanè - è incomprensibile come, fino ad oggi, nessuno in Italia e in Europa abbia sollevato questo problema di cruciale delicatezza per l'economia turistica nazionale che rischia di costarci il 10% di tutti gli arrivi internazionali, per un ammontare calcolabile, per difetto, in oltre 5 miliardi di euro. Nel nostro Paese di turismo si parla tanto, ma quando ci sono questioni davvero importanti da affrontare tutta questa attenzione si volatilizza all'istante". "Mi rivolgo – conclude il presidente di Confturismo-Confcommercio - al ministro Franceschini, che recentemente a Berlino ha dimostrato di conoscere bene numeri e dinamiche del nostro settore, perché intervenga con immediatezza, prontezza e tutta la determinazione di cui è capace nei confronti di chi può porre rimedio a questa incredibile disattenzione".

 

 

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