MUNICIPIO OLBIA

Convinta opposizione a un ‘balzello’ ritenuto anacronistico e dannoso. La risposta a chi mette in dubbio la rappresentatività dell’Organizzazione

Tra gli operatori turistici e del terziario olbiesi è forte e senza sconti l’opposizione al provvedimento comunale che introduce l’imposta di soggiorno. Questa viene proposta in forma addirittura peggiorativa rispetto alla prima versione, che, quantomeno, esonerava gli over 65, ora assoggettati anch’essi al tributo. La nuova tassa dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2018: prevede per ogni notte di soggiorno il pagamento di € 1,50 negli hotel a 4 stelle e di € 1 negli hotel a tre stelle e nei campeggi. Ma la sua applicazione incontra notevoli resistenze: “L’attuale amministrazione - dichiara Fabio Fiori, presidente dell'associazione albergatori Olbia aderente a Confcommercio - sta venendo meno agli impegni assunti nei confronti della nostra categoria e disattende il TAVOLARA 2protocollo d’intesa con il quale si escludeva ogni ipotesi di applicazione dell’imposta.”
Ma perché le categorie non solo turistiche di Confcommercio manifestano un’opposizione così netta?
Fabio Fiori parte da una prima considerazione: “Stiamo attraversando una fase recessiva e per venirne fuori, lungi dal tassare i turisti, dovremmo incentivarli e non vessarli. Invece, per assurdo, più lunga è la permanenza di un turista ad Olbia e più è consistente l’imposta che dovrà pagare. Non si tiene conto che quel turista genera indotto e produce ricchezza per tutto il nostro sistema di accoglienza e di servizi. In tal modo lo si spinge ad andar via o lo si induce a soggiornare nei comuni limitrofi dove l’imposta di soggiorno non viene invece applicata”.
Vero è che Confcommercio nord Sardegna, anche tramite le diramazioni associative degli operatori turistici, ha sempre osteggiato l’imposta di soggiorno. In più occasioni ha stigmatizzato l’applicazione del tributo, considerato come un balzello anacronistico, un deterrente e un aggravio di adempimenti a carico delle imprese. Peraltro, la tassa inasprisce la pressione fiscale senza apportare concreti benefici. Il gettito dell’imposta, in effetti, come dimostra uno studio effettuato da Federalberghi, viene destinato solo di rado a finalità turistiche. Più spesso serve ad altri scopi o aOLBIA CHIESA 2 ripianare i bilanci comunali.
“Noi albergatori - sostiene Fiori - potremmo anche essere possibilisti se l’importo riscosso, la cui entità sarà comunque inferiore a quanto molti sperano di ricavare, venisse realmente destinato a creare dotazioni e servizi per il turismo. In tale ottica, sarebbe quantomeno auspicabile l’istituzione di un gruppo di raccordo tra l’amministrazione e le categorie turistiche, che potrebbe eventualmente individuare gli obiettivi a cui destinare tali risorse”.
C’è un altro aspetto da tenere in considerazione, che riguarda l’oggettiva iniquità del tributo. “Riteniamo che la tassa di soggiorno sia un’imposizione ingiusta - dichiara Fiori - in quanto identifica come destinatari solo i turisti che soggiornano nelle strutture autorizzate. Ne sono invece esenti i turisti cosiddetti pendolari e tutti coloro che alloggiano al di fuori della ricettività classificata. In tal modo, paradossalmente, si favorisce l’abusivismo nel campo delle affittanze turistiche. Il turista “regolare” è punito, mentre quello che si muove nel sommerso viene premiato. E poi, per quale motivo la tassa non viene estesa anche ai croceristi che sbarcano ad Olbia?”
L’opposizione all’imposta di soggiorno da parte di Federalberghi-Confcommercio e delle altre categorie interessate è stata ed è quindi piuttosto risoluta e argomentata. In ogni caso non si esaurisce nella mera contestazione del provvedimento, ma potrà avere ulteriori sviluppi, dato che non si esclude possa dar luogo a iniziative di protesta.
Eppure, in consiglio comunale, alcuni esponenti dell’opposizione hanno parlato di acquiescenza da parte della nostra Organizzazione, mettendone in dubbio la rappresentatività. La dirigenza della Confcommercio olbiese è perciò scesa in campo con un documento i cui contenuti sono stati riportati anche dalla stampa locale.
“Da sempre Confcommercio incontra l’amministrazione comunale sulle problematiche cittadine – si legge nel documento - porto olbia 1prescindendo dal colore politico della stessa; da sempre porta all’attenzione delle amministrazioni le istanze dei propri associati e da sempre esprime liberamente le proprie valutazioni nella piena consapevolezza del ruolo e nel doveroso rispetto delle istituzioni.
Proprio tale consapevolezza e tale rispetto – sottolinea la nota – ha sempre portato la Confcommercio ad affiancare l’amministrazione per la risoluzione delle problematiche del settore evidenziando, per contro ma sempre con intenti costruttivi, disfunzioni, carenze, o comunque, atti ed iniziative non in linea con gli interessi delle imprese rappresentate.
Coerente con il proprio mandato - scrivono ancora i dirigenti olbiesi - Confcommercio si è limitata ad esprimere garbatamente il proprio dissenso anche quando, come in qualche circostanza è avvenuto con la precedente amministrazione comunale il confronto è mancato. Pertanto non possiamo che esprimere apprezzamento per il fatto che finalmente in tanti si interessino delle sorti del comparto mercantile cittadino, anche quando qualcuno si preoccupa del grado di rappresentatività dell’associazione. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, qualora si dovessero avere dubbi o perplessità, appare opportuno sottolineare che la rappresentatività di Confcommercio Nord Sardegna - di cui Confcommercio Gallura nonché la Territoriale di Olbia costituiscono parte integrante - è certificata nell’ambito dei rinnovi dei consigli camerali e come tale pubblica». La nota si conclude ribadendo la disponibilità dell’Organizzazione «come sempre avvenuto, al confronto con le forze politiche, indipendentemente dal ruolo ad esse assegnato dall’elettorato sempre nell’ottica della ricerca della condivisione di iniziative che siano di reale utilità per la città».

 

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