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Buon andamento del settore, ma permangono alcune criticità

 

A conclusione della stagione turistica propriamente detta, Federalberghi-Confcommercio tira le somme e presenta un bilancio nel complesso positivo dei risultati conseguiti nel nord Sardegna, dove non mancano tuttavia alcune zone d’ombra.Le note incoraggianti riguardano senz’altro la Gallura. Pur in assenza di una rilevazione sul campo e in attesa dei dati ufficiali, è innegabile che nelle località turistiche del nord est si sia verificato un sensibile incremento di presenze rispetto al 2015. Lo confermano anche le cifre riguardanti il movimento passeggeri nell’aeroporto e nei nei porti galluresi: i dati di cui disponiamo sono al momento limitati al periodo gennaio-agosto 2016, ma evidenziano comunque, in totale, il donna soletransito di oltre 4 milioni e 607 mila passeggeri, 675.101 in più rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso (si tratta, in percentuale, di un incremento del 17%). Ovviamente non tutto questo movimento passeggeri è fatto di turisti (si calcola che almeno un terzo siano residenti) e non tutti i turisti che arrivano a Olbia e Golfo Aranci soggiornano nelle località della Gallura. Ma tutto induce a ritenere che, quanto a presenze turistiche, il bilancio dell’area nord est farà segnare un aumento di almeno il 10% surf 2rispetto alla stagione 2015.

Per quanto riguarda invece il nord ovest, vale a dire il tratto costiero che va dal golfo dell’Asinara alla Riviera del Corallo, disponiamo dei dati provenienti dalla rilevazione effettuata dal nostro ufficio studi su un campione di 32 strutture ricettive. Si tratta di una base di rilevazione significativa, poiché interessa circa un terzo della potenzialità ricettiva alberghiera del territorio, mentre l’arco temporale di rilevazione abbraccia il periodo maggio-settembre 2016.
L’analisi fa perno essenzialmente su un indicatore fondamentale, vale a dire l’indice di utilizzazione dei posti letto nelle strutture ricettive alberghiere. Ciò consente di valutare in quale misura gli alberghi hanno sfruttato le potenzialità di accoglienza. Ebbene, nel complesso, le strutture ricettive dell’area nord ovest, da maggio a settembre, hanno avuto una percentuale di riempimento dei posti letto pari al 68,61%, con un calo di poco meno dell’1% rispetto al corrispondente periodo del 2015.
Il dato sembrerebbe leggermente negativo e in effetti lo è. Ma se andiamo ad analizzare in dettaglio i due ambiti territoriali che poi costituiscono i poli di attrazione turistica del territorio, vale a dire le località che fanno capo al Golfo dell’Asinara da una parte e la Riviera del Corallo dall’altra, notiamo che la situazione e tutt’altro che omogenea.
In effetti, gli alberghi del Golfo dell’Asinara (considerando tra questi anche quelli di Sassari-città) denotano un andamento positivo e registrano un incremento dell’indice di riempimento di oltre 9 punti percentuali rispetto all’anno scorso nel medesimo periodo. Del tutto diversa la situazione ad Alghero, dove invece gli albergatori manifestano un calo dell’indice di utilizzazione di ben 5 punti, che appare ancor più grave se si tiene conto che va in controtendenza rispetto all’aumento generalizzato delle presenze nel nord Sardegna e nel resto dell’Isola, stimato attorno al 10%.
Non solo quindi Alghero non ha beneficiato della congiuntura favorevole che ha interessato più o meno tutte le località turistiche della Sardegna, ma addirittura ha accusato un calo. Il che si traduce in un doppio pregiudizio.
“E’ più che evidente - ha commentato il presidente provinciale di Federalberghi-Confcommercio Stefano Visconti - che su Alghero ha pesato la situazione di stallo dell’aeroporto. Questa ha condizionato meno pesantemente i territori più distanti che si sono avvalsi anche dei flussi provenienti dagli scali Galluresi”. Per Visconti è quindi indispensabile e urgente che la Regione si adoperi tramite la ricapitalizzazione per garantire l’operatività della società di gestione, di cui la stessa Regione è socio unico. “Ciò è fondamentale – sottolinea Visconti - per far sì che l’aeroporto possa tornare ai livelli di transiti del 2015, grazie ai quali il ‘Riviera del Corallo’ era il primo avamposto commerciale del territorio”.

 

 

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