BREXIT

Si teme una contrazione dei flussi dal Regno unito. Sangalli circa le altre conseguenze sull’economia italiana: “Rischi nel medio periodo, ora ripensare ruolo e struttura Ue”.


La Gran Bretagna divorzia dall’Europa. Il Leave ha vinto il referendum britannico sull’uscita dall’Ue e ora sono in molti a chiedersi che cosa cambia. C’è forte apprensione soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti e il turismo, e non si tratta di un timore campato in aria: anche se per ora non mutano le condizioni d’ingresso dei turisti britannici in Italia, il loro potere d’acquisto ha già iniziato a soffrirne dopo il forte deprezzamento della sterlina. Gli effetti negativi sulla nostra bilancia turistica potrebbero accentuarsi se alla svalutazione monetaria dovesse far seguito in Gran Bretagna, come molti prevedono, anche una fase di recessione.
passeggeriCon oltre tre milioni di arrivi e 12 milioni di presenze, il Regno Unito occupa la quarta posizione tra i mercati di provenienza dei turisti in Italia. E teniamo conto che per spesa giornaliera pro capite i britannici sono i più ‘spendaccioni’ tra gli europei comunitari (123 euro). Quello britannico è quindi un turismo numericamente ed economicamente rilevante, che si muove però allo stesso ritmo dell’andamento del reddito, per cui potrebbe subire una contrazione a causa della Brexit.

Per avere un quadro della situazione, sulla base delle più convalidate previsioni degli esperti, proponiamo una sintesi delle criticità e dei possibili mutamenti per il comparto dei viaggi e del turismo dopo la Brexit.

All’’inizio, almeno da un punto di vista “burocratico” le cose non dovrebbero cambiare granché. Per quanto riguarda gli italiani che si recano in Gran Bretagna non è prevista alcuna modifica sul fronte della documentazione. Continuerà ad essere sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio, ma quando il processo di uscita del Regno unito dall’Ue sarà completato, tra circa due anni, si dovrà utilizzare il passaporto.
Analogo discorso vale per quanto riguarda la libertà di spostamento dei cittadini britannici verso gli altri Paesi dell’Unione Europea. Per ora è sufficiente come prima esibire un semplice documento di identità, ma l’uscita dal blocco Ue, una volta concretizzata, potrebbe addirittura comportare nel futuro l’ipotesi di una richiesta di visto.
Le note più dolenti riguardano la voce vacanze: le famiglie britanniche dovranno prepararsi a pagare più di prima per trascorrere le loro vacanze nel Vecchio Continente. Non solo perché la svalutazione della sterlina sull’euro ridurrà inevitabilmente il loro potere d’acquisto, ma anche per effetto degli accordi comunitari che permettono a ogni compagnia europea di operare senza limiti di frequenza, capacità o prezzo nello spazio aereo europeo. “Il mercato unico ha permesso a Ryanair di promuovere la rivoluzione dei viaggi a basso costo in Europa”, ha tenuto a precisare prima del referendum Michael O’Leary, numero uno della compagnia aerea irlandese, ovviamente fautore del Remain. Tutto questo potrà quindi determinare un calo non irrilevante del turismo britannico in Europa (e a farne le spese sarebbero quelle località dove la domanda dei turisti britannici è particolarmente accentuata). Sono poi previsti contraccolpi anche sulle tariffe dei telefoni cellulari, che sono state ‘armonizzate’ su scala europea, e perfino sulle norme Ue che consentono di ottenere un risarcimento finanziario in caso di ritardo o annullamento di un volo.
Dall’altra parte della Manica, invece, chi ha già acquistato un pacchetto vacanza con destinazione Regno Unito, non subirà alcuna modifica del viaggio né dovrà pagare sovraprezzi di alcun tipo. Nessun rincaro nemmeno sui biglietti aerei già acquistati. Tuttavia, in seguito, per i motivi già esposti, si prevedono pesanti rincari delle tariffe – da e per la Gran Bretagna – quando il paese sarà uscito formalmente dall’Ue. E anche per i viaggiatori europei che utilizzeranno il telefonino in Gran Bretagna potranno esserci pesanti aggravi tariffari. Va meglio invece per quanto riguarda il cambio. Al momento la Brexit rappresenta un vantaggio per i turisti che utilizzano l’euro. La svalutazione della sterlina, infatti, rende più conveniente fare acquisti nel Regno Unito e aumenta il potere d’acquisto dei viaggiatori Ue.
Infine, in relazione agli aspetti assicurativi, al momento sia i cittadini europei che i britannici continueranno a godere dalla copertura sanitaria in viaggio garantita dalla Tessera Europea di Assicurazione Malattia. Per il futuro, invece, sarà necessario munirsi di una specifica assicurazione sanitaria, al pari di quanto avviene per i viaggi negli Usa.

Confcommercio su Brexit. Sangalli: "Rischi nel medio periodo, ora ripensare ruolo e struttura Ue"
Anche il presidente nazionale della Confcommercio, Carlo Sangalli, ha espresso preoccupazione per le conseguenze della Brexit: "Speriamo che, come da più parti rilevato, gli effetti sull'economia italiana ed europea, almeno nel breve periodo, siano limitati. In ogni caso, l'uscita del Regno Unito è un chiaro segnale, da non sottovalutare, che indica la disaffezione e ilspiaggia gioco Copia disorientamento di una parte di cittadini europei rispetto a istituzioni troppo complicate, distanti e spesso incomprensibili dall'opinione pubblica. Per questo, l'esito del referendum britannico deve essere l'occasione per innescare una riflessione sul ruolo, sulla struttura dell'Europa e sul concetto di integrazione come unica possibilità per il futuro del vecchio continente. Una nuova ampia discussione democratica su come migliorare le istituzioni europee sarà una strada lunga e faticosa, ma appare oggi necessaria e urgente, anzi inevitabile".
L'Ufficio Studi Confcommercio ha a sua volta diramato una nota, ipotizzando che la fase di fibrillazione sui mercati finanziari e valutari possa concludersi in un periodo ragionevolmente breve. Pure se, per sua natura, non paragonabile a quello attuale, lo shock dovuto ai tragici eventi dell'11 settembre 2001 fece perdere nell'immediato alle borse mondiali tra il 6 e l'8%, poi recuperato nell'arco di 2 mesi. Le Banche Centrali, a parere del nostro Ufficio Studi, appaiono in grado di contrastare rapidamente e con efficacia eventuali crisi di liquidità e, pertanto, non si dovrebbero registrare conseguenze rilevanti sulla dinamica dell'economia reale nel breve termine. Gli aspetti più problematici si potrebbero osservare, invece, nel medio periodo, con un indebolimento dell'economia europea dovuto a una crisi di fiducia nell'euro e nell'Europa in generale. Gli effetti – conclude l'Ufficio Studi - dipenderanno dall'efficacia delle risposte che la politica europea e le leadership nazionali sapranno fornire a un'opinione pubblica fortemente disorientata. Economia e politica devono tornare a camminare assieme, perché quando divergono troppo a lungo e troppo profondamente, il disagio economico e sociale rischia di portare a scelte dalle conseguenze imprevedibili.

 

 

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