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Rivolta (Confcommercio): "scongiurare la desertificazione commerciale dei centri cittadini"
Negli ultimi anni nei centri urbani, soprattutto quelli delle medie città italiane, c'è stata una evidente forte riduzione di negozi tradizionali. C'è, dunque, un concreto rischio di desertificazione commerciale, "che va assolutamente scongiurato per non creare disagi ai residenti e per rivitalizzare queste aree creando una maggiore coesione economica e sociale".
centro 3Francesco Rivolta, direttore generale di Confcommercio, ritiene che "il primo passo da fare è certamente quello di migliorare i processi di pianificazione urbanistica e di governo delle città, dando ai piani regolatori non solo una funzione urbanistico-architettonica ma anche socioeconomica".
E' per questo che Confcommercio ha firmato un Protocollo con l'Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) per la rigenerazione e riqualificazione delle aree urbane così da attivare maggiori opportunità di sviluppo per i territori e le imprese. Bisogna inoltre evitare la marginalizzazione e il deterioramento di aree delle nostre città che sono dei "quartieri dormitorio" o rischiano di diventare dei veri e propri ghetti.
Parallelamente, seondo Rivolta, " occorrerebbe utilizzare anche la leva tributaria tramite, ad esempio, l'introduzione di una cedolare secca sulle locazioni commerciali e il riconoscimento di un regime fiscale di vantaggio temporaneo per gli imprenditori che aprono attività commerciali in zone degradate delle città o nei centri storici laddove mancano. E nell'ambito dell'UE, Confcommercio guarda con favore all'Agenda urbana europea, di prossima attuazione. Rivolta sostiene che "sia necessario progettare in modo appropriato per spendere di più e meglio i fondi strutturali a nostra disposizione".
Solo così - secondo il direttore generale di Confcommercio - si creeranno le condizioni per avere dei veri e attrattivi centri commerciali naturali nelle città e sistemi commerciali urbani capaci di creare ricchezza e contribuire alla crescita dell'intero Paese.
La desertificazione commerciale dei centri urbani, in particolar modo dei centri storici, ed il conseguente degrado delle aree urbane è purtroppo un problema di grande attualità che si è acuito di recente anche a seguito della chiusura di numerose attività per effetto della crisi economica.
Un problema ancora in cerca di soluzioni che va di pari passo con una diffusa e crescente diminuzione della qualità della vita delle città, una percezione di scarsa sicurezza e di ordine pubblico e, in genere, un impoverimento del ruolo e del valore sociale del centro cittadino.
Un centro depauperato delle attività commerciali degrada in un “quartiere ghetto” o in un “quartiere dormitorio”. Il contrario della desertificazione è, invece, un centro urbano che vive, “salotto buono” della città che diviene un grande contenitore non solo commerciale ma anche di cultura, di arte, di enogastronomia, di artigianato, di divertimento.
Evidentemente gli strumenti classici della pianificazione urbanistica adottati finora non bastano.
Occorre, quindi, introdurre, accanto a questi strumenti, ulteriori misure che coinvolgano tutti gli attori in campo: amministrazioni locali, imprenditori, commercianti, proprietari di immobili, cittadini residenti.
La sfida è grande e necessita di risorse finanziarie ma l’obiettivo da raggiungere è altrettanto importante: trasformare i nostri centri urbani, e in particolar modo i centri storici, non solo in luoghi di consumo, ma in luoghi di aggregazione, di appartenenza, di dialogo.

 

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