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L'inflazione a febbraio diminuisce dello 0,2% su base mensile e dello 0,3% su base annua (era +0,3% a gennaio). Lo rende noto l'Istat diffondendo le stime preliminari.
La forte flessione tendenziale dei prezzi al consumo è dovuta a una dinamica congiunturale caratterizzata da cali dei prezzi diffusi a quasi tutte le tipologie di prodotto.

Pur indebolendosi, se si escludono gli alimentari non lavorati e i beni energetici, la "inflazione di fondo" rimane positiva (+0,5%), così come quella al netto dei soli beni energetici (+0,3%; entrambe erano a +0,8% a gennaio). L'inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,6%.
Le componenti merceologiche che contribuiscono in misura maggiore a determinare questo quadro sono i beni energetici non regolamentati (che accentuano la flessione tendenziale da -5,9% di gennaio a -8,4% di febbraio), gli alimentari non lavorati (-1,2% da +0,6% di gennaio) e i servizi relativi ai trasporti (-0,7% da +0,5% del mese precedente). Il calo mensile dell' indice generale è determinato da quasi tutte le tipologie di prodotto ma, soprattutto, dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-2,2%). Rispetto a febbraio 2015, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,8% (la variazione era -0,1% a gennaio) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi rallenta (+0,5%, da +0,7% del mese precedente).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% rispetto a gennaio e dello 0,4% su base annua (a gennaio era +0,3%). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,8% su base annua ( era +0,1% a gennaio).
La flessione congiunturale è da ascrivere anche ai saldi invernali dell' abbigliamento e calzature, di cui l'indice Nic non tiene conto. Anche nella zona euro il tasso di inflazione torna negativo a quota -0,2%, secondo la stima flash di Eurostat. Il dato rende sempre più probabile un nuovo intervento di espansione  monetaria da parte della Bce.
Confcommercio: "Rischio deflazione resta moderato"
"Il ritorno della variazione dei prezzi in territorio negativo (-0,3% su base annua), per quanto atteso, ha assunto dimensioni lievemente superiori a quelle ipotizzate. La tendenza al ridimensionamento dei prezzi, comune a tutte le economie europee in virtù dei sensibili ribassi registrati dalle materie prime energetiche, in Italia è stata accentuata dall'incremento di offerta di prodotti agricoli che ne ha indebolito le quotazioni sugli scambi finali. Resta moderato, quindi, il rischio deflazione, in quanto la riduzione tendenziale dei prezzi ha ragioni circoscritte, mentre per la maggior parte dei beni e servizi di largo consumo, dall'abbigliamento, ai mobili, ai sevizi di ricreazione, ricettivi e di ristorazione, i prezzi permangono in moderata crescita (tra 0,4 e 1,3%)". E' il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio sui dati Istat. Sotto il profilo del contributo dell'inflazione alla dinamica delle variabili nominali rilevanti per i saldi di finanza pubblica, - aggiunge la nota - emerge, invece, qualche criticità. Senza un'improbabile e brusca inversione, difficilmente si tornerà prima della prossima estate a tassi di variazione positivi dei prezzi al consumo su base annua e, quindi, diventa già difficile ipotizzare un'inflazione per il 2016 attorno al mezzo punto percentuale. Prima di tornare su valori superiori all'1% bisognerà attendere il 2017.

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