STOP DEL PARLAMENTO EUROPEO AL RICONOSCIMENTO ALLA CINA DELLO STATUS DI ECONOMIA DI MERCATO

Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato il 12 maggio una risoluzione congiunta presentata da diversi gruppi parlamentari (UE 2016/2667(RSP)), per prendere una netta posizione contro il riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato (MES).
In particolare, il Parlamento evidenzia come la Cina non rispetti i criteri per essere riconosciuta come un’economia di mercato per questo esorta la Commissione a coordinarsi con i principali partner commerciali dell'UE, anche nel contesto dei prossimi vertici del G7 e del G20, e ad “opporsi a qualsiasi concessione unilaterale alla Cina dello status di economia di mercato”.
La preoccupazione principale espressa dal Parlamento è che l’apertura del mercato interno dell’Unione all’export cinese, che conseguirebbe dal riconoscimento unilaterale del MES al colosso asiatico, avrebbe conseguenze gravi per “l'occupazione, l'ambiente, gli standard e la crescita economica sostenibile nell'UE in tutti i settori manifatturieri interessati, così come per l'intero comparto industriale dell'UE”.
Per questo il Parlamento ritiene che “finché la Cina non soddisferà tutti e cinque i criteri UE richiesti per essere considerata un'economia di mercato, l'UE dovrebbe utilizzare, nelle inchieste antidumping e anti-sovvenzione sulle importazioni cinesi, una metodologia non standard per determinare la comparabilità dei prezzi” ed evidenzia quindi come la Commissione dovrebbe urgentemente procedere ad una “riforma generale degli strumenti di difesa commerciale dell'Unione europea per Incontro ufficiale fra la Commissaria al Mercato Interno ed il Presidente di garantire all'industria dell'UE condizioni di parità con la Cina e con gli altri partner commerciali”.
La risoluzione appena approvata dal Parlamento UE rispecchia in pieno la posizione sostenuta da AICE e da Confcommercio che, per ribadire le stesse posizioni fatte proprie oggi dal Parlamento UE, avevano presentato la propria posizione ufficiale a tutti gli eurodeputati italiani ed ai principali rappresentanti istituzionali dell’Unione.