bollo auto 1955

 

Sul fronte della fiscalità sui carburanti [che nel periodo dicembre 2011 – aprile 2016 è già stata più elevata mediamente di 23÷24 centesimi/litro rispetto alla media U.E.] scoppia la grana di aumentare le accise sui carburanti per cancellare il bollo auto: 

«Non è una cattiva idea», ha detto la settimana scorsa il premier Matteo RENZI «Ne avevamo già discusso: è un’idea intelligente dal punto di vista della utilità concreta per i cittadini perché in questo caso pagherebbe soltanto chi usa, chi consuma e quindi chi inquina e non necessariamente tutti».

 

La notizia è stata ripresa da QUOTIDIANO ENERGIA, che così [g.c.] tratta l’argomento:

<<Per fare chiarezza può essere utile fare qualche calcolo, partendo dalla stima di un gettito del bollo che si attesta tra i 5,9 e i 6,1 miliardi di euro e che per essere rimpiazzato necessiterebbe di un aumento delle accise su benzina e diesel nell’ordine dei 15 cent/litro (tralasciando l’immancabile Iva sull’accisa). Quale sarebbe quindi l’effetto concreto di una manovra di questo tipo? Osserviamolo prendendo come riferimento il caso della Lombardia.

Iniziamo con un’utilitaria (guidata prevalentemente in città) a benzina di piccola cilindrata da 70 cv (51,5 kW), che secondo il tool di calcolo dell’Agenzia delle Entrate paga adesso poco più di 130 euro di bollo. Se si passasse al nuovo regime di imposta, ipotizzando un consumo nell’ordine dei 14 km/l, con una percorrenza annua di 10.000 km il proprietario si troverebbe a pagare 110 euro, che salirebbero però a 214 euro se i km percorsi fossero il doppio. Un’auto media cosiddetta segmento c) con un motore diesel da 110 cv (81 kW) in grado di percorrere nel misto circa 18 km/l, che paga ora 210 euro di bollo, con le nuove accise andrebbe a “costare” invece al proprietario 170 euro nel caso di una percorrenza annua di 20.000 km, ma poco più di 250 euro se i km fossero 30.000.

Veniamo infine al “classico” Suv di lusso con un propulsore diesel da oltre 250 cv, il cui bollo costa al momento poco più di 610 euro. Considerando un consumo reale medio che complici potenza e peso può scendere anche intorno ai 10 km/l, il proprietario sarebbe quello che dei tre presi in esame registrerebbe il risparmio più evidente, finendo per pagare con l’ipotetico nuovo regime 300 euro nel caso di una percorrenza annua di 20.000 km e 450 euro con 30.000 km.

I numeri, come sottolinea oggi anche la CGIA di Mestre, rilevano quindi che non sarebbero solo le persone che usano meno l’auto ad avere i benefici più evidenti da questa proposta, ma anche i possessori di auto di grossa cilindrata, con una penalizzazione invece per le vetture piccole e medie con elevate percorrenze. A maggior ragione se si tratta poi di veicoli più vecchi e meno efficienti. Non si può non ricordare, infine, che già oggi quando si fa rifornimento circa il 70% della spesa finisce al fisco.

Su STAFFETTA QUOTIDIANA si registra la posizione di UNIONE PETROLIFERA, decisamente negativa sulla eventuale adozione di un tale provvedimento:

<<L’ipotesi di abolire il bollo auto sostituendo il gettito con un aumento delle accise sui carburanti dell’ordine di 15-16 centesimi al litro “è poco opportuna”, dal momento che il carico fiscale sui carburanti in Italia “è tra i più alti in Europa”. È quanto sottolinea l’Unione petrolifera, interpellata dall’Ansa in merito all’ipotesi su cui si è detto d’accordo il premier Matteo Renzi. L’UP fa infatti notare che il peso percentuale del fisco “per la benzina sfiora il 69% mentre per il gasolio il 67%, a fronte di un prezzo industriale (al netto delle tasse) ormai da diverse settimane inferiore alla media europea (il gasolio è da 13 settimane sotto la media, mentre la benzina da 5).

Oggi lo stacco fiscale con il resto d’Europa si attesta intorno ai 12 centesimi al litro per la benzina e vicino ai 19 centesimi per il gasolio”.

La cancellazione del bollo auto compensata dall’aumento dell’accisa sui carburanti “rischia di essere un ennesimo gioco delle tre carte particolarmente salato per cittadini e imprese che non possono fare a meno dell’uso degli autoveicoli per svolgere il proprio lavoro”: questo il commento del vice presidente di Confcommercio Paolo Uggè in merito alla proposta di abolire il bollo auto con l’aumento delle accise sui carburanti. “Non ci si può dimenticare, infatti – prosegue Uggè in una nota – che il livello dell’accisa in Italia è già tra i più elevati in Europa e che se c’è da fare un intervento su di esso, per riallinearci alle condizioni competitive dei nostri partner, non è certo aumentandolo. Peraltro, per alcuni grandi utilizzatori di gasolio, come le imprese di trasporto pubblico locale, la disposizione genererebbe un pesante danno che si tradurrebbe inevitabilmente in un aggravio per gli utenti del servizio o in una partita di giro per le casse dello Stato, se chiamate a rispondere in ultima istanza ai maggiori oneri. Non ci resta che sperare che la proposta resti soltanto una battuta nell’ormai avviata campagna di primavera”.

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