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Il Segretario Generale di Federazione Moda Italia, Massimo Torti, è intervenuto il 28 aprile alla trasmissione "Agorà" su Rai3: "Sul tema delle prove dei vestiti, c'è molta confusione. Non ci sono disposizioni normative in materia. Del resto non ci sono neppure evidenze scientifiche sulla sopravvivenza del virus sugli indumenti, tant'è che avrebbero altrimenti già effettuato raccomandazioni nell'ambito delle misure igienico sanitarie.

I nostri negozi stanno rispondendo in base alle normative vigenti e quindi al DPCM 10 aprile 2020 e alla circolare del Ministero della Salute n. 5.443 del 22 febbraio che in estrema sintesi si riferiscono al distanziamento sociale, all'utilizzo delle mascherine, alla presenza dei dispenser all'ingresso dei negozi e stabiliscono anche la pulizia di locali ma nulla per quanto riguarda la sanificazione dei vestiti.
Ci deve essere nei locali una adeguata aereazione naturale e ricambio d'aria. Va effettuata la pulizia dei filtri dell'aria condizionata o, se necessaria, la revisione dell'impianto. Ricordiamo infine l'obbligo di previsione di dispenser con ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani con distributori di gel alcolici con una concentrazione di alcol al 60-85%. In particolare, all'ingresso, vicino ai camerini, accanto a casse e sistemi di pagamento, tastiere, schermi touch. E non va dimenticato l'utilizzo delle mascherine e le indispensabili raccomandazioni di lavarsi spesso le mani; mantenere distanza interpersonale di almeno un metro; evitare il contatto ravvicinato; evitare abbracci e strette di mano.
Alla domanda della conduttrice, Serena Bortone, all'esperto in studio, sulla veridicità delle affermazioni del Segretario Generale Torti e se fosse vero, quindi, che i vestiti non dovessero essere sanificati, il professor Pier Luigi Lopalco (Responsabile coordinamento Regionale Emergenze Epidemiologiche Puglia) ha affermato “Sono d'accordo con questa impostazione. Certo che bisogna fare attenzione, ma nel momento in cui un cliente entra con una mascherina e ha a disposizione il dispenser gel abbatte già il rischio”.
Quindi, sgombriamo questo genere di dubbio, non c'è obbligo alcuno su questo tipo di sanificazione, ma i nostri negozi seguiranno le prassi più interessanti per dare il meglio della sicurezza ai nostri clienti”.
Il Segretario Generale Massimo Torti ha poi affermato: “Siamo delusi e arrabbiati perché eravamo pronti. L'INAIL aveva considerato il dettaglio moda un'attività a basso rischio. Abbiamo fatto un protocollo condiviso tra Confcommercio ed organizzazioni sindacali, eravamo pronti per partire il 4 maggio. Una stagione che non è mai partita non potrà mai decollare con questi presupposti. Noi viviamo sulla stagionalità, avevamo ordinato capi per la stagione e invece ora dovremo aprire a ridosso dei saldi. Dopo un questionario ai nostri associati daremo indirizzo sui saldi. Siamo un settore molto importante fatto di 11 5mila punti vendita in Italia che dà lavoro a 313 mila addetti. Per la ripresa servono contributi a fondo perduto e restituzione dei prestiti anche a 15/20 anni non certo in sei anni”

https://www.raiplay.it/video/2020/04/agor-701be519-4142-4d46-919a-9907b2c0e72c.html 

 

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